sabato 14 dicembre 2019

La serata di gala della Res Aulica


Quando da piccola leggi Cenerentola sogni la cena di gala e il vestito lungo, ma crescendo ti rendi conto che la realtà è un po' diversa dalla favola e che probabilmente non vivrai mai un'avventura come quella.
In realtà i LIBRI fanno magie e sabato 19 ottobre, mi sono ritrovata (già provvista di un principe azzurro, mio marito Alessio) alla Cena di Gala organizzata dall'associazione Res Aulica che aveva chiesto espressamente di me, per conferirmi il premio "Scrittori con gusto".
Comprato il vestito lungo e le scarpe con la mia Fata Madrina (la mia mamma), sono andata a Casalecchio, timorosa non tanto di perderle, quanto di cadere per via di tacchi che non porto mai.

Sono stata accolta dalla presidentessa della Giunta Esecutiva Franca Raffella Fiocchi e dal presidente del Consiglio Direttivo Lodovico Daniele Poggi, che mi hanno fatto entrare nel mondo della Res Aulica e illustrato la serata. 
    
ORE 8: IL BUFFET E L'INTERVISTA


Accolta nella bellissima sala al piano terra dell'Hotel Calzavecchio, ho rilasciato un'intervista all'addetto stampa dell'associazione Res Aulica, per poi tuffarmi nelle delizie del buffet preparato per l'occasione.


ORE 9: L'INTERVENTO E LE DEDICHE




Difficilmente mi capiterà di avere a fianco autori di così alto livello.
Fra i premiati c'era Lorenzo Beccati, grande autore di romanzi storici, nonchè "voce" del Gabibbo e sceneggiatore di Striscia la Notizia fin dalla sua prima puntata, al quale è andato il riconoscimento per "Il Resuscitatore - Il romanzo del Dr Frankenstein italiano (DeA Planeta Libri), ispirato alla storia del medico bolognese Giovanni Aldini (a sua volte ispiratore di Mary Shelley).

Ad Alessandro De Francesco, che ho scoperto essere come me di Imola, è andato il riconoscimento per il romanzo "In fondo alla terra" (Giraldi Editore) che fa rivivere quanto accaduto l'11 settembre 1983 in Cile, quando il generale Augusto Pinochet rovesciò il governo di Salvador Allende con un colpo di Stato militare.

Poi c'era Giorgio Lambri premiato per il contributo alla promozione della cultura e della tradizione enogastronomica con i suoi libri "Pansa & Tasca" (Editoriale Libertà) e "Semplicemente buono, è di Piacenza" (Tep Editrice).












ORE 10: CENA DI GALA

Io non sono un'intenditrice culinaria, ma la storia del Boutique Hotel Calzavecchio e del ristorante a esso connesso mi avevano già conquistata in partenza.
Dove oggi sorge l'hotel,  nasceva circa 400 anni fa la prima osteria di Casalecchio di Reno, l'Osteria del Calza citata anche nei più antichi catasti bolognesi.
In origine era un'osteria con stallaggio, ossia offriva vino, cibo e riposo a coloro che scendevano dalle montagna per raggiungere Bologna e viceversa.
Fu a seguito della costruzione da parte dei proprietari di un nuovo locale chiamato Calza Nuovo che l'antica Osteria diventò il Calza Vecchio. Dopo la Seconda Guerra Mondiale l'albergo e il ristorante vennero riedificati fino all'ultima ristrutturazione del 2013.

 

domenica 6 ottobre 2019

Quando a San Secondo si realizza un sogno - PHOTOGALLERY DELLA PRESENTAZIONE


Vi è mai capitato di avere un sogno e di fare di tutto per realizzarlo?
A me sì. 
Se devo essere sincera, io di sogni ne ho decine, ma tra i primi c'è sempre stato quello di presentare un mio libro a San Secondo Parmense.
C'ho provato prima con "Il serpente e la rosa", ma per uno strano scherzo del destino non ce l'ho mai fatta. Con "L'ultimo segreto di Botticelli", invece, le cose sono andate diversamente e ho potuto "far tornare Bianca a casa".

  

ORE 17.30
Ad accompagnare me e i miei personaggi a San Secondo c'era un piccolo esercito di amici proveniente da Imola.
Claudia, Maria Angela, Roberta, Riccardo sono lettori che, dopo essersi avvicinati al romanzo non hanno voluto lasciare Giovanni, Luce, Bianca e gli altri personaggi, ma si sono fatti prendere per mano e accompagnare all'interno dei luoghi descritti ne "L'ultimo segreto di Botticelli".
Alle 17.30, quindi, ho fatto loro da "cicerone" tra le stanze di San Secondo, una delle rocche meno conosciute del Ducato di Parma e Piacenza, ma che è invece un vero e proprio scrigno di tesori.
Una foto della Sala delle Gesta Rossiane penso possa rendere l'idea più di mille mie parole.


ORE 18.30
Se il mio sogno è stato reso possibile, devo ringraziare Pier Luigi Poldi Allaj e Elisa  Bertuccioli che mi ha fatto da relatrice durante la presentazione all'interno delle Scuderie.
Ci accomunano l'amore per la scrittura - anche Elisa è un'autrice - e l'affetto per San Secondo e i personaggi che nei secoli l'hanno resa grande e penso che, durante la presentazione, questo si sia visto.
Io mi sono trovata subito a mio agio e mi sono divertita molto. Come spesso mi accade quando inizio a presentare un mio romanzo, l'insicurezza, mia compagna nella vita, mi abbandona e riesco a parlare con una scioltezza che meraviglia me per prima.
Forse sono Giovanni e Luce che mi trasmettono un pizzico del loro grande coraggio.


  

ORE 20
Dopo la presentazione è stato bello potersi fermare a parlare con chi, come Giovanni Saglia e sua moglie, è appassionato come me di Rinascimento e poi trattenersi per una cena in compagnia.
Abbiamo gustato una pizza, prima del pezzo forte... lo spettacolo "Arte e suggestioni in Rocca", la rievocazione in notturna che a San Secondo viene fatto un sabato al mese per poter ridare voce a Bianca, Giovanni, Pietro Aretino e non solo.



ORE 21.30
Siamo arrivati in leggero ritardo, ma Giovanni de Medici è stato magnanimo: ci ha aspettato e non ci ha passato a fil di spada.
Abbiamo guardato incantati le sue avventure narrate, tra gli altri, da un incredibile Pietro Aretino (Pier Luigi Poldi Allaj).



ORE 23.30
Poco prima di mezzanotte, la fiaba è finita, abbiamo percorso a ritroso il grande scalone e, senza smarrire alcuna scarpetta (il mio bimbo Daniele ha, però, perso proprio a San Secondo il suo primo dentino) siamo tornati a casa.
A me rimarranno nel cuore tanti flash di questa incredibile giornata, alcuni dei quali metto qui sotto...


     Con Giovanni dalle Bande Nere nella mente e nel cuore, sembro incitare all'asslto

 Grandi lettori e grandi amici imolesi


 La meraviglia negli occhi del mio piccolino per la storia         dei Rossi che la mamma gli bisbiglia nelle orecchie

domenica 22 settembre 2019

Presentazione a San Secondo - I padroni di casa

I signori

Pier Maria III de’ Rossi

Era figlio di Troilo de’ Rossi e Bianca Riario.
Fu allevato a Firenze con lo zio Giovanni dalle Bande Nere che era quasi coetaneo (Giovanni era nato nel 1498, mentre Pier Maria nel 1504). Alla morte del padre nel 1521 divenne marchese di San Secondo, ma Bianca assunse per un po’ di tempo la reggenza, dal momento che non era ancora maggiorenne.
Dopo essere stato scacciato dai suoi possedimenti da Rossi di Corniglio, rientrò in possesso dei suoi feudi grazie all'intervento dello zio Giovanni, che sconfisse gli usurpatori nel 1522.
L’anno dopo sposò Camilla Gonzaga e dal 1525 in poi fece parte delle Bande Nere, nel 1526 partecipò all'assedio di Milano restando ferito, nel 1527 fu prima a Roma in occasione del sacco dei Lanzichenecchi e poi in Puglia quando i Francesi invasero il regno di Napoli. In occasione dell'assedio di Firenze fu a capo delle truppe imperiali. Alle dipendenze di Carlo V fu con lui a Tunisia, in Provenza e in Albania
E' di questi anni il ritratto del Parmigianino, che immortalò anche la moglie Camilla. Entrambi i ritratti sono al Prado, ma mentre per quello di Pier Maria l'attribuzione è certa, per quello di Camilla ci sono più dubbi.
Gli scandali che travolsero i fratelli Giulio Cesare e Gian Girolamo misero in difficoltà anche lui, tanto che il papa Paolo III voleva costringerlo a demolire la Rocca di San Secondo
Salvato dai marchesi di Mantova (parenti di Camilla) e disgustato da molti principi italiani, nel 1542 si offrì al servizio del re Francesco I di Francia. Nella guerra delle Fiandre si distinse nell'assedio di Landrecy prima e nell'assalto di Boulogne contro gli inglesi poi.
Fu sempre grande amico di Pietro Aretino, con il quale intrattenne una fitta corrispondenza.
Morì nel 1547 a San Secondo, dove si era ritirato a causa delle numerose ferite riportate negli scontri sostenuti in Francia.


Camilla Gonzaga
Era la figlia di Giovanni Gonzaga e di Laura Bentivoglio.
Sposò nel 1523 Pier Maria con una dote di seimila ducati in denaro, gioielli, abiti e arredi. Il matrimonio è rievocato tutti gli anni nella manifestazione del Palio delle Contrade di San Secondo.
È stata ritratta nel celebre dipinto del Parmigianino.
Camilla e Pier Maria ebbero dieci figli. I più famosi furono Troilo, che divenne marchese di San Secondo dopo il padre, Ippolito che venne ordinato addirittura cardinale, Sigismondo che fu un famoso condottiero e Federico, di cui si parla nel romanzo “L’ultimo segreto di Botticelli”.
Nei lunghi periodi di assenza del marito fu reggente di San Secondo, segno che Pier Maria stimava la moglie e la riteneva degna della sua fiducia.

I fratelli di Pier Maria de' Rossi

Passeggiando tra le stanze della Rocca di San Secondo, avreste potuto incontrare gli altri figli di Bianca Riario, che come la mamma e la nonna ebbero vite piuttosto avventurose...


Giovan Girolamo de' Rossi 
Studiò a Padova con un grande maestro come Pietro Bembo e bruciò le tappe in campo ecclesiastico, divenendo a soli dodici anni Protonotario apostolico e, poco dopo, Chierico di camera.
Ma i suoi rapporti con il papa erano destinati a peggiorare, considerando che nel 1539 venne chiamato a Roma con un pretesto e rinchiuso a Castel Sant'Angelo, in attesa di essere processato.
Paolo III intentò contro di lui un processo per omicidio (del conte Langosco) che si concluse il 4 luglio 1541 con la condanna pecuniaria di 5.000 scudi d'oro, l'esilio e la destituzione dal Vescovato di Pavia.
Secondo gli storici il processo fu assolutamente ingiusto, tanto che poi Giovan Girolamo venne riabilitato sotto il pontefice successivo, Giulio III.
Probabilmente Paolo III con il processo aveva voluto estromettere quello che, a causa dei dissapori del suo casato con quello dei Farnese, si era rivelato uno degli avversari politici più temibili.
Non a caso, dopo il processo, il papa ottenne da Carlo V l'autorizzazione a costituire il Ducato di Parma e Piacenza, alla cui guida chiamò Pier Luigi, suo figlio legittimo.
Giovan Girolamo mantenne in esilio stretti rapporti epistolari con Benvenuto Cellini, con il quale aveva condiviso i giorni da recluso a Castel Sant'Angelo.
Una volta riabilitato, si dedicò all'attività di poeta e storiografo. Lasciò in eredità decine di pezzi artistici che aveva collezionato sia a Roma che in Toscana, dove morì nel 1564.
Alcuni di questi capolavori furono trovati interrati in un vigneto.

Angela Paola de' Rossi
Non ci sono rimasti suoi ritratti, ma pare fosse bellissima.
Andò sposa prima a Vitello Vitelli e poi al cugino Alessandro Vitelli, entrambi famosi condottieri.
Il secondo matrimonio fu tra i più leggendari del Cinquecento: di carattere focoso, Angela Paola mal sopportò il tradimento del marito con una certa Laura, relazione che portò cambiamenti anche nell'assetto dell'intera area di Città di Castello.
Infatti, in occasione delle nozze con Angela, Alessandro fece erigere il Palazzo Vitelli da artisti come Vasari o i Della Robbia, ma Angela, tormentata dalla gelosia per il marito, si fece costruire una nuova dimora, il Palazzo Vitelli a San Giacomo.
Il fatto che abbia abbandonato il tetto coniugale fa capire la forza e l'originalità della donna, che al marito diede comunque dieci figli (oltre ai tre avuti dal primo consorte).
Il primogenito, Vitellozzo, si distinse per la scalata alle gerarchie ecclesiastiche e per gli atti disdicevoli compiuti a Città di Castello, a cui la madre si uniformò.
Tra i delitti compiuti da Angela, si dice ci fossero l'omicidio di una domestica chiamata Veronica, rea di essere amante di Alessandro Vitelli e lo sterminio dei Pallanti (cinque figli su sei vennero trucidati).
Nemmeno invecchiando Angela smussò gli spigoli del suo carattere fiero e vendicativo: già quasi anziana, cova una furibonda gelosia per una giovane parente, Gentilina, moglie di Niccolò Vitelli, donna bellissima e molto corteggiata, della quale fa aggredire l’amante di notte da alcuni suoi emissari, costringendolo alla fuga e all’esilio per avere salva la vita.
Spalleggiata sempre da Vitellozzo, continua a far sospendere le cause intentate contro l’operato dei Vitelli. 
Solo la morte del figlio, avvenuta a soli 36 anni e il Tribunale dell’Inquisizione la fermano: nel gennaio del 1570, Angela viene rinchiusa in Castel Sant’Angelo. Il processo si conclude il 28 febbraio 1572 con una sentenza di condanna relativamente mite: Angela è dichiarata colpevole di “usura feneratizia”, ma si passa sopra agli omicidi, alle violenze, alle usurpazioni, limitandosi ad ordinare la resa del mal tolto e una multa di 10.000 scudi da pagare alla Camera Apostolica.
I figli di Angela vengono però spogliati dei feudi dal Papa e alla donna non resta che rientrare, umiliata e piena d’ira, nel suo palazzo a San Giacomo in Città di Castello, dove muore a 67 anni nel 1573.

martedì 30 luglio 2019

Presentazione a Palazzo Berzieri, capolavoro Liberty


L'Italia è una sorpresa continua.
Quando pensi di aver visto tutte le sue bellezze e fai una capatina in Portogallo per farti affascinare da quelle lusitane, lei ti sa ancora una volta stupire con qualcosa che era a pochi chilometri da te e che non conoscevi.

Questa volta è capitato con Palazzo Berzieri a Salsomaggiore.
Io adoro l'Art Decò, lo stile Liberty e tutto quello che è inizio secolo. 
La mia passione è iniziata alle medie, quando il disegno di una lampada Liberty fu l'unico 10 della mia intera (e breve) avventura artistica.
Ma non sapevo che Salsomaggiore nascondesse un tale tesoro e come me, penso, molti altri Italiani.

Per fortuna la scrittura mi fa questi regali inaspettati: mi porta a conoscere luoghi e paesi che poi mi entrano nel cuore.
Palazzo Berzieri ha ospitato domenica 28 la presentazione de "L'ultimo segreto di Botticelli" (a quattro ore dal rientro dal Portogallo) e la visita guidata che l'ha preceduta mi ha dato la possibilità di fare un viaggio nelle atmosfere di inizio '900.
Allora Salsomaggiore era la capitale del termalismo europeo e Palazzo Berzieri divenne il punto d'incontro dell'elite del Vecchio Continente che si curava corpo e anima.
A Palazzo Berzieri, infatti, si ascoltava musica, si chiacchierava, si beveva il tè, si giocava a carte e si fumava il tabacco.

Il Palazzo

Dedicato al medico Lorenzo Berzieri, che per primo fece uno studio sistematico sulle proprietà terapeutiche delle acque salsobromojodiche della cittadina, il Palazzo fu ideato all'inizio del 1900 dall'architetto Ugo Giusti e dall'ingegnere Giulio Bernardini.
Nel 1919, dopo l'interruzione dovuta alla prima Guerra Mondiale, il progetto fu ripreso da un vero e proprio genio purtroppo dimenticato: Galileo Chini, che veniva dalla decorazione della Sala del Trono eseguita per il re di Thailandia.
I lavori terminarono quattro anni dopo e l'inaugurazione avvenne il 27 maggio 1923.
All'interno, l'atrio è un tripudio di marmo, pitture parietali e stucchi
Il monumentale scalone doppio e speculare, conduce al primo piano; salendo si possono notare i rosoni in stucco del soffitto e il lucernario, che conferisce una soffusa luminosità. 
Sul pianerottolo della prima rampa di scale la parete impreziosita dal gigantesco specchio, dalla ricca cornice in stucco con figurine di putti e dal contorno fantasiosamente decorato in metallo. Al termine dello scalone sono visibili gli affreschi di Galileo Chini, mentre sulla parete di fronte presente l'affresco di Giuseppe Moroni.
Entrambi ricordano le meravigliose opere di Klimt e riprendono in svariate forme l'elemento che ha fatto per anni la fortuna di Salsomaggiore: l'acqua.


L'atrio dove si è svolta la presentazione 

L'affresco di Galileo Chini
Un momento della presentazione de "L'ultimo segreto di Botticelli"


I Musici di Parma accompagnati dal loro maestro, Marco Zoni, primo flauto della Scala di Milano






giovedì 27 giugno 2019

La storia al chiaro di luna alla Rocca

La notte magica de "L'ultimo segreto di Botticelli"



Oltre 300 partecipanti, 53 libri venduti, 180 minuti pieni di storia e cultura al chiaro di luna e col favore delle tenebre.
Questi sono solo alcuni degli incredibili numeri della presentazione itinerante – visita guidata in Rocca di mercoledì sera.
Sono cifre che fanno capire quanto interesse e affetto ci sia a Imola per la sua meravigliosa fortezza e per gli uomini e le donne della casata Riario-Sforza che hanno scritto pagine importanti della storia della penisola.
Io ho tentato di accompagnare in un viaggio a bordo di una macchina del tempo che si è rivelata un po’… affollata.
La mia speranza è che la gente si sia portata a casa comunque un bel ricordo, un po’ come succede nelle domeniche estive al mare, quando ti trovi circondato da tante persone, torni a casa lentamente in autostrada, ma riassapori con la mente le belle emozioni che la giornata ti ha regalato e non vedi l’ora di tornare con la sabbia sotto i piedi.

ORE 20

Pochi minuti prima delle 20 la Rocca era vuota e silenziosa.
Si sentivano solo i rumori prodotti di tanto in tanto dalle armature dei Difensori della Rocca che mi hanno aiutato a rendere l’evento ancora più vivo.
Ero emozionata, non lo nego.
Come chi teme di non essere seguito.
Come chi ha paura di non essere all’altezza e di non rendere giustizia al contesto.
E’ così da sempre. L’ansia mi attanaglia fino a un istante prima dell’inizio di ogni evento o di ogni presentazione importante.
Appena ho visto i primi partecipanti scortati dai Difensori, però, tutte le paure sono svanite e c’è stato posto solo per il piacere.
I “cavalieri più giovani” hanno vestito i panni di popolani del ‘400 e assieme ai loro commilitoni più “maturi” si sono diretti verso le stalle, un luogo dove ho potuto parlare a lungo della Rocca perché la temperatura era davvero gradevole.
I 75 partecipanti del primo turno, però, hanno sfidato anche il caldo del primo e secondo piano dove avevamo allestito un maxi-schermo per poter mostrare i volti di Giovanni dalle Bande Nere e la bellezza de “La primavera” di Botticelli con gli interrogativi che si porta dietro da 500 anni.
Il primo tour, così come quelli successivi, si è concluso nel cortile del Palazzetto del Paradiso, un luogo dove abbiamo ritrovato refrigerio e dove ci siamo fatti abbracciare dalla bellezza del buio.


ORE 21

Proprio nel buio, sul ponte levatoio fuori dalla Rocca, stava avvenendo qualcosa di incredibile.
Io l’ho capito solo quando i Difensori della Rocca hanno aperto le porte e hanno scortato i partecipanti del secondo turno, che erano circa 200.
Gratitudine e felicità si sono mischiate. E, pochi secondi dopo, si è aggiunta anche la paura, quando mi è stato fatto notare che non avrei potuto fare il giro con tutti.
Questo resoconto è l’occasione propizia per scusarmi tanto con le persone che, per via del sovraffollamento, hanno atteso inutilmente la visita e con quanti l’hanno fatta, ma alle 22. Mi dispiace tantissimo, più di quanto riesca a esprimere a parole.
Posticipare la visita per alcuni alle 22 è l’unica soluzione che mi è venuta in mente e devo dare merito ai Difensori della Rocca, che mi hanno aiutato enormemente. Hanno intrattenuto con informazioni, curiosità e aneddoti quanti hanno rimandato il tour dalle 21 alle 22.
Un centinaio di coraggiosi, invece, mi hanno seguito in una vera e propria “avventura”.
Spero di aver regalato loro un’ora piacevole, nonostante le prove che hanno dovuto affrontare. L’applauso finale mi ha tranquillizzato un pochino in questo senso, ma ci tengo ancora a ringraziare tutti per la pazienza.

ORE 22

Alle 22.10 la notte era calata sulla Rocca, ma il richiamo del passato era ancora vivo.
Erano circa cinquanta gli amanti della storia e della cultura che mi hanno seguito fino alle 23, orario di chiusura della fortezza.
E’ stato il giro più veloce perché avevamo un orario che incombeva come Cenerentola al ballo, ma non per questo meno bello, anche perché la notte ha un fascino particolare in Rocca, il caldo era meno intenso e il numero dei partecipanti di gran lungo minore rispetto a quello dei gruppi precedenti.

Io spero che la gente possa aver apprezzato “La storia al chiaro di luna” e che possa aver trovato un pizzico di quanto si aspettava: qualche informazione sulla Rocca, qualche aneddoto su Caterina, Giovanni e i membri dei Riario-Sforza, qualche risposta agli interrogativi che ammantano da anni “La primavera di Botticelli” e la morte di Giovanni dalle Bande Nere.


Io ringrazio di cuore tutti coloro che sono venuti e che mi hanno dato la possibilità di vivere una serata magica all’insegna della storia.
Un grazie enorme va ai Musei Civici senza i quali nulla sarebbe potuto essere, ai Difensori della Rocca che hanno dimostrato una gentilezza e una disponibilità rare, a Carlos e al personale che ha curato l’apertura e la chiusura della Rocca per il grande aiuto.
Il sogno è che la notte magica di mercoledì possa ripetersi una, dieci, cento altre volte.  
























- Diario di una pubblicazione - PUNTATE 5 E 6

QUINTA PUNTATA
Curiosi di conoscere la trama de "L'ultimo segreto di Botticelli"? Eccola!!
1482. Botticelli sta terminando la Primavera, un dipinto che sarà celebrato come una vetta assoluta dell’arte. Ma anche un enigma, forse impossibile da sciogliere.
È una metafora dell’amore platonico? O il suggello di un patto segreto, sottoscritto da Caterina Sforza, che mira a unire Milano, Roma e Firenze sotto un’unica bandiera, per liberare l’Italia?
1526. La giovane Luce, esperta di erbe e ricette curative, viene trascinata al cospetto della marchesa Bianca Riario Sforza, la potente figlia di Caterina. La ragazza è convinta che Bianca la voglia denunciare all’Inquisizione per la sua attività di guaritrice, ma la marchesa, appassionata alchimista, la prende sotto la sua protezione.
L’abilità di Luce è tale che, quando il fratello di Bianca, Giovanni dalle Bande Nere, viene ferito in battaglia, la marchesa chiede proprio a lei di curarlo. Ma Bianca non può prevedere la passione che nasce tra la giovane donna e il celebre condottiero. Un sentimento che rischia di stravolgere i suoi veri piani, infinitamente più diabolici di quelli che Luce ha immaginato.
Bianca fa allora in modo che il fratello parta per la battaglia decisiva, e manda Luce a Mantova, con la scusa di proteggerla. Sarà lì che Luce apprenderà il reale significato della Primavera.
E dovrà comunicarlo a Giovanni, prima che sia troppo tardi…


SESTA PUNTATA
Non c'è momento più bello...
Quando il corriere suona alla porta e tu sai che devono arrivare le prime copie del tuo libro, non c'è nubifragio o brutto tempo che tenga! 

Poco fa ho fatto i venti gradini e i pochi metri che dividono la mia tavernetta dal cancellino in un tempo che rende finalmente giustizia ai miei mesi di jogging.
Ho scartato il pacco con un'emozione che non provavo da mesi. Forse possono capirmi solo i bambini che aprono i regali la mattina di Natale dopo aver fatto il conto alla rovescia per giorni.
Grazie Tre60! Grazie Alessandra Bazardi!

domenica 19 maggio 2019

- Diario di una pubblicazione - PUNTATE 3 E 4

PUNTATA TRE

C’è qualcosa di meglio che entrare nella sede Gems a due passi dal Duomo di Milano e discutere con tre editor del titolo, della cover e dell’uscita del proprio romanzo?
Chi ama la scrittura penso possa di rispondere di no. La sede Gems è per uno scrittore ciò che San Siro o lo Juventus Stadium è per un calciatore.
Io vi ho messo piede il 29 novembre e vi trovato persone empatiche e competenti che hanno saputo non solo mettermi a mio agio, ma anche elaborare ottime idee per il mio libro.
In poco più di un’ora abbiamo girato il video di lancio per le librerie e concordato titolo e cover del romanzo.
Vi svelo ufficialmente che il 30 maggio uscirà “L’ultimo segreto di Botticelli”, mentre per la copertina rimando alla prossima puntata del “diario”.





QUARTA PUNTATA

Il conto alla rovescia verso il 30 maggio, giorno dell'uscita ufficiale de "L'ultimo segreto di Botticelli" continua, ma oggi voglio tornare con la mente a qualche mese fa...
Era il 3 dicembre quando nella casella "Posta arrivata" ho trovato un'e-mail diversa dalle altre.
Nell'oggetto c'erano solo due parole "Copertina Botticelli".
Era una sorta di regalo di compleanno arrivato con 24 ore di ritardo che non ho tardato a scartare.
Quello che vi ho trovato è ciò che vi presento oggi. La mia felicità è stata pari alla grandezza dell'opera scelta.
Il mio libro avrà in copertina un particolare tratto dalla Primavera del Botticelli. Poteva esserci grafica più bella? 💖
"Ogni scarrafone è bello a mamma soja", ma attendo con trepidazione i giudizi di chi è meno coinvolto di me!